Biostimolanti per la coltivazione del nocciolo. L’importanza di un approccio strategico

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Scegliere i giusti biostimolanti per la coltivazione del nocciolo è importante per massimizzare il potenziale delle tue colture sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo.  Infatti, per ottenere i migliori risultati, è essenziale adottare un approccio mirato e avere ben chiara la strategia per:

  • ottimizzare la salute delle piante
  • migliorare la qualità dei frutti
  • aumentare l’allegagione
  • aumentare la resistenza agli stress abiotici e biotici.

In questo articolo esploreremo il mondo del nocciolo, con particolare riferimento allo stato attuale delle coltivazioni e con un focus dedicato all’importanza della concimazione.

Il nocciolo, una coltura ad elevata specializzazione territoriale

La coltivazione del nocciolo si concentra su territori caratterizzati da una specializzazione elevata; la pianta del nocciolo, infatti, presenta particolari esigenze pedo-climatiche e necessita di specifiche caratteristiche ambientali.

Turchia, Italia, Spagna, USA (l’Oregon, in particolare)… Ma anche Azerbaijan, Georgia, Cile, Argentina e Sud Africa. Attualmente sono questi, in ordine di importanza, i principali paesi produttori di nocciole nel mondo. L’Italia, come si nota, ha un ruolo in primo piano. La produzione “made in Italy” di nocciole in guscio, infatti, fluttua tra le 100.000 alle 120.000 tonnellate l’anno. Le regioni maggiormente interessate? Campania, Lazio, Piemonte e Sicilia, oltre ad altre regioni comunque attive anche se con un carico minore.

La pianta del nocciolo: caratteristiche principali

Il nocciolo è una pianta molto rustica, con un apparato radicale piuttosto esteso e la caratteristica conformazione a cespuglio. La corteccia è sottile e liscia, le foglie di forma ovale hanno i margini seghettati e la pagina inferiore caratterizzata da peluria. Sulla medesima pianta si trovano sia fiori maschili che femminili e l’impollinazione avviene tramite vento. Il frutto nasce in gruppi di 3-4 nocciole e presenta un guscio inizialmente verde, duro ma sottile; col tempo il guscio scurisce fino a raggiungere la colorazione tipica marrone. Un nocciolo ben coltivato produce dopo circa cinque anni di età, raggiungendo la maturità produttiva intorno al nono anno, per continuare poi a fruttare – se adeguatamente potato -fino al trentacinquesimo anno dall’impianto.

Focus sul tipo di terreno per la coltivazione del noccioleto

Essendo, come già detto, una pianta molto rustica, il nocciolo si adatta a diversi tipi di terreno. I terreni privilegiati per i noccioleti sono quelli sciolti e a pH neutro (6,8 – 7,2). Tuttavia la pianta si può adeguare bene anche a terreni acidi e alcalini. Non sono indicati, invece, i terreni estremamente compatti e soggetti a ristagni d’acqua; essi potrebbero, infatti, esser causa di possibili marciumi radicali e asfissia.

Trattamento per la coltivazione del nocciolo: la concimazione

Nella strategia di trattamento per la coltivazione del nocciolo, una delle pratiche agronomiche a cui dedicare particolare cura è quella della concimazione. Un terreno fertile, infatti, contribuisce ad avere una produzione maggiore e di migliore qualità, tenendo sotto controllo il problema dell’altalenarsi della resa.

Come per tutte le coltivazioni, è importante procedere alla concimazione solo dopo aver fatto adeguate analisi chimiche e fisiche sul terreno, in modo da individuarne le peculiarità e il grado di fertilità.

Dosi, modalità di somministrazione e tipo di concime, infatti, vanno decisi in maniera strategica in base alle caratteristiche del terreno, all’età del nocciolo, allo stato vegetativo e al tipo di produzione.

Per esempio:

  • Durante i primi anni di impianto: a primavera si procede con concimi minerali a base azotata.
  • Durante il periodo in cui il noccioleto è in piena produzione: è buona regola apportare della sostanza organica in autunno e rivitalizzare il microbioma del terreno

Fondamentale è anche la somministrazione di microelementi come magnesio, boro e zinco, indispensabili per potenziare l’allegagione dei frutti e conseguentemente la produzione del noccioleto. Hai dubbi su quale concime utilizzare? Leggi anche il nostro approfondimento sui concimi organici e scopri tra i nostri prodotti i concimi granulari e i concimi idrosolubili.

Kelpak®, biostimolante per l’allegagione del nocciolo

Anche i biostimolanti per la coltivazione del nocciolo possono essere alleati preziosi nel trattamento del noccioleto. Gli effetti del Kelpak® sull’allegagione e miglioramento della resa sono conosciuti a livello mondiale. Anche le prove condotte in Italia confermano i risultati ottenuti nel resto del mondo con Kelpak®, un biostimolante ottenuto da Ecklonia maxima, un’alga bruna raccolta lungo le coste del Sudafrica e subito sottoposta a estrazione a freddo. Negli ultimi quattro anni sono state realizzate prove sul campo nelle maggiori aree produttive italiane:

  • in Piemonte per la Tonda Gentile delle Langhe
  • in Lazio per la Tonda Gentile Romana
  • in Campania per la Mortarella

L’obiettivo è stato quello di mettere a punto una strategia applicativa orientata a migliorare i parametri produttivi e qualitativi, in particolare a livello di resa e riduzione dello scarto causato da stress abiotico (se vuoi saperne di più, anche a questo argomento abbiamo già dedicato un approfondimento da leggere). La strategia applicativa di Kelpak® su nocciolo prevede 3 interventi a partire da 30 giorni prima dell’allegagione, 15 giorni prima dell’allegagione e in prossimità dell’allegagione a una dose di 3 L/ha.

Dubbi sul trattamento per la coltivazione del nocciolo?

Ti abbiamo tratteggiato una veloce panoramica sui punti essenziali da tenere presente riguardo al trattamento per la coltivazione del nocciolo. Se hai ancora dubbi su quale sia la strategia migliore per la coltivazione del tuo noccioleto, contattaci! I nostri esperti ti supporteranno con consigli su misura riguardo ai prodotti più indicati per migliorare la tua produzione.

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