Cinque avversità che affliggono l’olivo

In concomitanza con l’Olivo Tour continuiamo a parlare di olivicoltura

Per noi di Agricola Internazionale questo mese ha i riflettori puntati sull’olivicoltura e sulle avversità che affliggono l’olivo.

Abbiamo dato il via all’Olivo Tour, un viaggio per i frantoi della Toscana, durante il quale realizziamo incontri su invito con alcuni olivicoltori per proporre la nostra offerta tecnica.

Uno degli argomenti più dibattuti è quello che riguarda la mosca dell’olivo, anche a seguito della revoca del dimetoato e alla necessità di cambiare paradigma impostando un’azione di prevenzione più che di cura.

Ma, al di là della mosca dell’olivo, sono molte le avversità che possono colpire gli oliveti.

Quali?

Qui, grazie all’aiuto dei nostri agronomi, ne approfondiamo cinque tra le principali, con alcuni consigli…

Mosca dell’olivo

La mosca dell’olivo, anche detta mosca delle olive o mosca olearia, è tra le più temute.

Nel periodo estivo, quando le olive hanno un diametro di 7 – 8 mm, le femmine iniziano a deporre le uova al loro interno, creando una ferita a triangolo sull’epidermide facilmente riconoscibile dagli addetti ai lavori. Una puntura recente ha un colore verde scuro, una puntura meno recente è invece di colore bruno-giallastro per la cicatrizzazione della ferita.

Il tempo di schiusura dell’uovo varia in base al clima, dai 2-3 giorni in estate a 10 in autunno. La larva inizia a scavare una galleria superficiale per spostarsi all’interno della drupa, compiendo due mute per arrivare allo stadio di larva di terza età. La larva di terza età si sposta verso la superficie per preparare il foro da cui sfarfallerà una volta adulta. A maturità, l’adulto rompe l’esuvia della pupa e sfarfalla dalla drupa lasciando il foro d’uscita.

I danni della mosca sono particolarmente gravi perché provocano perdite di prodotto. In particolare olive da mensa e olio di pessima qualità con evidenti difetti organolettici.

Trattamenti

Per contrastare la mosca dell’olivo  si possono impiegare trappole per il monitoraggio degli adulti, in modo da programmare i trattamenti con i fitofarmaci di riferimento. In una strategia biologica si consigliano trattamenti con caolino e prodotti rameici.

Tignola

La tignola è il secondo patogeno per importanza sull’olivo.

Gli adulti preferiscono la vita notturna e raggiungono dimensioni tra 4 e 6 mm. Durante l’anno si susseguono tre generazioni che provocano rispettivamente:

  • danni ai fiori (generazione antofaga)
  • danni ai frutti (generazione carpofaga)
  • danni alle foglie (generazione fillofaga)

Il volo degli adulti inizia in primavera. Dopo l’accoppiamento e con temperature oltre i 12°C, la femmina inizia l’ovideposizione sui fiori. Dalla schiusura delle uova nasceranno le larve della generazione antofaga, che provocano danni ai fiori.

Gli adulti della generazione antofaga – dai quali ha origine la generazione carpofaga, che provoca danni ai frutti – sfarfallano ai primi di giugno. A partire da questa generazione le femmine depongono le uova sul calice delle olive appena allegate. Le larve di quest’ultima generazione penetrano nel frutto, forano il nocciolo e lo divorano. Una volta matura, la larva fuoriesce della drupa per incrisalidarsi tra le foglie oppure nel terreno.

A inizio settembre gli adulti sfarfallano e danno vita alla generazione fillofaga, che scava nella foglia delle mine a forma di piazzola o simili alla lettera “C”.

Trattamenti

Per contrastare la tignola è possibile usare trappole per il monitoraggio degli adulti, per programmare i trattamenti con i fitofarmaci di riferimento. In una strategia biologica si consigliano trattamenti con caolino e sapone molle di potassio.

Cocciniglia “mezzo grano di pepe”

La sua forma ricorda un grano di pepe ed è un insetto diffuso nelle aree a clima mite.

La femmina adulta ha un corpo di forma ovale e misura circa 5 mm. Il dorso è convesso e presenta delle carene la cui forma ricorda la lettera “H”. Il colore degli adulti è marrone, ma durante l’ovideposizione le femmine si inscuriscono fino a diventare nere. Il maschio ha le ali, ma appare raramente. Le neanidi (stadio giovanile) sono di colore giallognolo e raggiungono il colore marrone durante lo sviluppo.

Le cocciniglie si fissano nella pagina inferiore delle foglie. I danni si manifestano sui rami e sulle foglie. Le punture causate dall’apparato boccale sottraggono, infatti, linfa alla pianta ostacolando lo sviluppo dei germogli e delle foglie, con effetti negativi sulla produzione dei frutti, che tendono a distaccarsi facilmente dalla pianta.

Gli effetti causati da attacchi di cocciniglia possono protrarsi nelle annate successive. In generale, si assiste a un deperimento della pianta con disseccamenti di rami e foglie. Inoltre, la cocciniglia mezzo grano di pepe è produttrice di melata, che tende a depositarsi sui rami e sulle foglie, creando un substrato ideale per lo sviluppo di altri patogeni secondari.

Trattamenti

In una strategia biologica si consigliano trattamenti con sapone molle di potassio per rimuovere le melate e i residui di insetti.

Occhio di pavone

Si tratta di una malattia di origine fungina, il cui agente patogeno è Spiloceae oleaginea.

Lo sviluppo della patologia è legato all’andamento delle condizioni atmosferiche. Infatti il fungo per svilupparsi ha bisogno di temperature comprese tra 10 e 20 °C e presenza di elevata umidità, condizioni che si riscontrano in primavera e in autunno.

L’incubazione della malattia è compresa tra 3 e 5 mesi. Sulla pagina superiore delle foglie si formano macchie tondeggianti, di colore grigio rossastro, con bordo scuro e alone giallastro. Con la comparsa delle spore le macchie virano al colore nero.

La malattia porta anche a una prematura caduta delle foglie, che può compromettere la resa della pianta per la stagione successiva. In caso di forte infestazione ed eccessiva perdita di foglie, può portare la pianta alla morte.

Trattamenti:

Si consiglia l’applicazione di prodotti rameici.

Rogna dell’olivo

La malattia è di origine batterica e il batterio responsabile è Pseudomonas savastanoi.

Il batterio penetra all’interno della pianta attraverso ferite causate da eventi atmosferici, insetti e operazioni colturali come le potature e poi provoca la formazione di masse tumorali rugose sui rami e sul fusto. I danni dell’infezione non sono particolarmente evidenti sulla resa, se non in caso di forte infestazione, in quanto potrebbe far disseccare molti rami a frutto.

Trattamenti

Non esistono trattamenti contro la rogna. Si può intervenire in modo preventivo, eliminando attraverso la potatura i rami che manifestano la presenza.

Ricordarsi di:

  • proteggere le ferite dopo i tagli utilizzando dei mastici
  • disinfettare gli strumenti usati per la potatura, quando si passa da una pianta all’altra.

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